LE
ABITUDINI DEL BAMBINO
(SONNO,
ALIMENTAZIONE, EDUCAZIONE AL VASINO)
IL MOMENTO DELL’ ADDORMENTAMENTO …
Ogni bambino
ha un suo caratteristico ciclo di sonno leggero e profondo. Questi cicli sono
scanditi alla nascita e si sono instaurati in sincronia con i cicli giornalieri
della madre durante la gravidanza. Solitamente non sono paralleli ai cicli
materni, dato che il feto dorme mentre la madre è in attività e si sveglia
quando la madre si distende. Ma il periodo di attività della madre porta a
regolare il periodo successivo del bambino. In tal modo il neonato ha già un
suo ritmo sonno-veglia. Dopo la nascita l’ambiente esterno tenderà a spingere
il bambino a periodi più lunghi di veglia durante il giorno e a cicli sempre
più lunghi di sonno durante la notte.
All’età di
quattro mesi, o prima, il ritmo del sonno comincia a essere regolato secondo
schemi precisi – solitamente con cicli della durata di 3-4 ore. A metà di ogni
ciclo esiste un periodo, della durata di circa 1ora e mezza, di sonno profondo
in cui il bambino si muove molto poco e difficilmente si sveglia, qualunque sia
lo stimolo utilizzato per riuscirci. Prima e dopo questo periodo c’è un’ora di
sonno più leggero, popolato di sogni, con un’attività alternante. Alla fine di
ogni ciclo di quattro ore, il bambino giunge a uno stato di semiveglia in cui è
molto vicino allo stato di coscienza e si sveglia facilmente. A questo punto,
ogni bambino ha un proprio comportamento abituale – può succhiarsi il pollice,
piangere, cullarsi da solo, oppure battere ritmicamente la testa. I bambini più
grandi possono rigirarsi nel letto, provare nuovi trucchi tipo mettersi in
piedi o camminare, oppure agitarsi o parlare da soli.
Tutti questi
comportamenti sembrano assolvere al compito di scaricare l’energia accumulata
dalle attività della giornata e di ricondurre il bambino al successivo ciclo di
sonno. Quando questi intervalli di semicoscienza possono essere gestiti dal
bambino, i cicli di sonno si stabilizzano per poi allungarsi fino a che il
bambino riesce finalmente a rimanere addormentato per otto e poi dodici ore a
notte.
Alcune
ricerche hanno dimostrato che il prolungamento di questi cicli dipende da una
sorta di condizionamento. Se il neonato vive in un ambiente che consolida ogni
periodo di veglia con un qualsiasi intervento da parte dei genitori, tipo una
poppata, è improbabile che il bambino prolunghi ciclo cercando di
riaddormentarsi. Ma se non riceve risposta, sarà costretto a trovare un proprio
modo per scaricare l’attività e consolarsi da solo, scivolando nel ciclo
successi
Linee
guida
Assicurarsi che entrambi i genitori
concordano sul programma. Se i genitori sono in disaccordo, il bambino
percepirà l’ambivalenza
Osservare la giornata del bambino.
Dorme troppo e/o troppo tardi nel pomeriggio? Per i bambini di età superiore a
un anno, il riposino pomeridiano dovrebbe iniziare presto (intorno all’una) e
durare solo una o due ore al massimo. Se il bambino ha più di due anni, il
riposino pomeridiano potrebbe essere sospeso completamente. Eventuali riposi o
sonnellini dopo le tre del pomeriggio interromperanno certamente il ciclo di
attività e diminuiranno la necessità di sonno continuo e profondo durante la
notte.
Assicurarsi di aver istituito una
routine rilassante e affettuoso per l’ora della nanna. Se il bambino è
abbastanza grande, parlargli in questi momenti delle misure che si intendono
adottare per aiutarlo a dormire da solo e per tutta la notte. I momenti di
agitazione e di gioco dovrebbero essere seguiti da periodi di rituali
rilassanti e tranquilli. Una storia prima di addormentarsi è una splendida
abitudine. La televisione invece no!
Lasciare che il bambino impari ad
addormentarsi quando lo si mette a letto la sera. Evitare di farlo addormentare
in braccio o attaccato al seno. Tranquillizzarlo e poi dedicargli del tempo e
sedersi al suo fianco per aiutarlo a imparare la sua modalità di
addormentamento. Dargli un pupazzo preferito o le sue dita. Accarezzarlo in
modo da calmarlo. Se protesta, assicurarlo che può farcela da solo
Consolidare l’uso di un oggetto
particolare – una copertina, un animale o una bambola – come parte della
routine di auto consolazione
Aspettarsi che il bimbo si svegli e
pianga ogni tre-quattro ore: alle 10:00, alle 2:00 e alle 6:00. Rispondere ai
suoi risvegli con interventi che siano il meno stimolanti possibile. Se in
precedenza si è preso il bambino in braccio per cullarlo, è meglio non farlo
più, ma calmarlo e accarezzarlo lasciandolo nel letto. Restare accanto al
lettino e dirgli che può imparare a rimettersi a dormire da solo.
Dopo un periodo in cui si va a
trovarlo tutte le volte che chiama, cominciare a rimanere fuori dalla camera e
chiamarlo. Fargli sentire la presenza e dirgli che gli si vuole bene e ricordargli
del suo oggetto preferito. E’ stupefacente come un bambino possa incominciare
ad accettare una voce al posto di una presenza.
Infine, lasciargli provare tutte le
sue risorse. Aspettare almeno 15 minuti prima di andare da lui per la prima
volta o per le volte successive.
LETTURE
PER I GENITORI …
Bettelheim. B. un genitore quasi
perfetto, Feltrinelli, Milano
Brazelton. Th. Il tuo bambino e …il
sonno. Raffaello Cortina Editore
Oliviero Ferraris. A. Sarò padre.
Giunti, Firenze
Vegetti Finzi. S., Battistin A.M. a
piccoli passi. La psicologia dei bambini dall’attesa ai cinque anni. Mondadori
Emozioni in favola. Ed. Red
LETTURE
PER I BAMBINI …
Topo Tip e la nanna
Il libro delle ninnananne. Ed.
Paoline
Orsetto bruno ha paura del buio.
Edizioni Arca, Milano
Brutti sogni in ripostiglio. Edizioni
El., Trieste
Nel paese dei mostri selvaggi. Ed.
Babalibri, Milano
Che paura!. Ed. Giunti Junior,
Firenze
Buonanotte cuoricino. Ed. Fabbri,
Milano
Il lupo nella mia camera. Ed. Gallucci
I
PUNTI SALIENTI DELL’ ALIMENTAZIONE …
Nutrire il proprio
figlio è una missione sacra per un genitore. Questo nuovo ruolo potrebbe
cominciare a sembrare una sfida ancor prima che il bambino sia venuto alla
luce.
Ecco alcuni consigli
Fate in modo che per la famiglia i
pasti siano un momento consacrato allo stare insieme
Quando il bambino non ha più voglia
di stare seduto a tavola, non insistete
Trasformate i pasti in un momento
divertente da passare insieme. Cercate di essere dei compagni di pasto per
vostro figlio: mangiate la vostra pietanza mentre lui mangia la sua
Non lasciate che vostro figlio guardi
la televisione durante i pasti né promettetegli un dolce speciale per
convincerlo a stare seduto e a mangiare
Ricordate di lasciare che il bambino
mangi autonomamente.
Coinvolgete il bambino nella
preparazione dei pasti
COSA PIU’ IMPORTANTE: non presentare
i pasti al bambino come una lotta o il seggiolone come una prigione nella quale
sarà costretto a rimanere finché non avrà finito di mangiare
Per un bambino nutrirsi
significa sia soddisfare un bisogno fisiologico, sia affrontare un momento
ricco di valenze psicologiche e relazionali. L’impatto dei primi anni di
sviluppo ha ovviamente moltissime ripercussioni sul benessere mentale in età
adulta. È necessario dunque permettere al tuo bambino di vivere l’alimentazione
come un momento sereno e sicuro, senza traumi o forzature, in particolare quel
momento cruciale per il bambino e la mamma che è lo svezzamento, in cui nasce
il vero e proprio rapporto con il cibo.
GLI
INTERROGATIVI PIU’ COMUNI …
IL
MIO BAMBINO E’ COSì LENTO QUANDO SI TRATTA DI MANGIARE…
Dategli il tempo di cui
ha bisogno. Pianificate di fare qualcos’altro per distrarvi. Se necessario,
ponete un limite di tempo e mettete giù il bambino una volta che è stato
superato il limite.
MIA
FIGLIA NON VUOLE MANGIARE CIBI DI COLORE VERDE, POI LA SETTIMANA SUCCESSIVA
QUELLI DI COLORE GIALLO…. DEVO PREOCCUPARMI?
No. La bambina sta
mettendo alla prova la sua capacità di compiere delle scelte. Probabilmente
alla bambina piace di avere il controllo su di voi. Presentate una scelta
limitata di cibi salutari a ogni pasto e a ogni spuntino che comprenda alcuni
alimenti che è più probabile che mangi. Lasciando la scelta alla bambina. Se
non sceglie nulla dite “ che probabilmente le piaceranno più i cibi che si
prepareranno domani”.
IL
CONTRIBUTO DEL PADRE ALL’ALIMENTAZIONE DEL BAMBINO …
Durante i pasti il padre è più
incline a giocare e a scherzare con il bambino
Può darsi che il padre tenga il
cucchiaio e porga i cibi solidi in modo
diverso, facendo abituare il bambino a due diversi modi di accettare e ingerire
gli alimenti
Il padre potrebbe essere meno
preoccupato di quanto mangia il bambino. E ciò può contribuire a ridurre la
pressione all’ora dei pasti
Quando il bambino è a tavola con la
famiglia, il padre può coinvolgerlo in conversazioni giocose e catturarne
l’interesse con nuovi argomenti “Sai cosa mangiano le tigri?”
Il bambino che riesce a coinvolgere
il padre all’ora dei pasti vedrà migliorare l’immagine di sé: “Sono importante
per mio padre, quindi sono importante!”
IL PADRE DOVREBBE PARTECIPARE
ATTIVAMENTE NELL’ALIMENTAZIONE DEL PROPRIO FIGLIO, CONDIVIDENDO LE
RESPONSABILITA’ DELL’ALIMENTAZIONE CON LA MAMMA.
LETTURE
PER I GENITORI…
BRAZELTON, T.B. IL TUO BAMBINO E … IL
CIBO. RAFFAELLO CORTINA EDITORE
HAGELDIAN, G. CHE PAPPA DOTTORE?
FELTRINELLI
HOGG, T. IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI
NEONATI. MONDADORI
LETTURE
PER I BIMBI…
TOPO TIP NON VUOLE MANGIARE. DAMI
EDITORE
MANGIAMO LA PAPPA?. MONDADORI
PAPPE DA FAVOLA. SPERLING E KUPFER
LE MILLE E UNA PAPPA. HOEPLI ED.
OH NO ANCORA VERDURE. IL CASTORO
EDITORE
EDUCAZIONE AL VASINO…
L’educazione al “vasino” in passato iniziava
molto presto, coincideva solitamente con “i primi passi” (più o meno attorno ai
12 mesi), a volte anche prima.
Oggi invece si tende a rinviarne l’inizio
tra i 18 mesi e i due anni, periodo in cui il bambino è in grado di esercitare
il controllo sugli sfinteri.
I ritmi di questa complessa maturazione non
sono uguali per tutti i bambini: c’è chi è precoce e chi è tardivo. Gli
studiosi hanno comunque rilevato che in genere il bambino è pronto tra i 20
mesi e i 3 anni.
Le femmine, poi, sono più
precoci dei maschi, che di solito raggiungono l’ autonomia sei-otto mesi dopo.
Questo avviene perché i maschi hanno uno sviluppo neurologico più lento.
Il compito dei genitori sarà
quindi delicato: dovranno essere attenti a captare i primi segnali di maturità
e agire di conseguenza.
Un utile suggerimento al
riguardo può essere quello di regalare al bambino un vasino, da usare come
giocattolo, quando raggiunge l’anno e mezzo di età. L’obiettivo è che scopra da
solo a cosa serve questo gioco. In questo modo i genitori non forzeranno il
piccolo ad usare il vasino prima del tempo e, allo stesso tempo, non
aspetteranno troppo.
E’ molto importante che, in
questa delicata fase di transizione, i genitori non si dimostrino troppo
esigenti perché si rischia di far scattare nel piccolo l’impulso a “trattenere”
per contrastare i genitori e sottrarsi al loro completo controllo. Lo stesso
vale se il bambino viene rimproverato in caso di stitichezza e, di conseguenza,
incitato a sforzarsi controvoglia effettuando un controllo rigido su tempi ed
orari.
Sostanzialmente in questo
momento di passaggio verso l’autonomia, il messaggio che i genitori devono
trasmettere al piccolo non è tanto “Ormai sei grande, devi saper fare anche
questo” quanto piuttosto “Sei bravo, puoi fare anche questo”.
Se è vero che il passaggio al
vasino segna una tappa nello sviluppo verso la sua indipendenza, ricordiamoci
che il bambino ha ancora bisogno di sentirsi il “piccolo” di mamma e papà.
Il bimbo sta crescendo, ha raggiunto diciotto mesi e il
controllo sfinterico ha iniziato a manifestarsi, in pratica inizia a
controllare la pupù; è giunto il momento di “provare” a togliere il pannolino proponendo un bel gioco: il gioco del vasino.
Detto così sembra facile. Ma non lo è affatto. Ogni tappa dello sviluppo dell’indipendenza del bambino è un traguardo sofferto. Lo è per il bimbo, e lo è altrettanto per i genitori che devono essere pazienti e fare un pò gli "psicologi".
I genitori devono capire quando è giunto il momento di fare questo grande passo. Il bambino di solito a questa età inizia a manifestare atteggiamenti di imitazione e voglia di indipendenza. Se riesce ad eseguire semplici comandi, cammina con disinvoltura scendendo e salendo le scale può affrontare agevolmente anche questa novità perché la sua coordinazione motoria, e il suo stato emotivo sono pronti. Ecco che è possibile farsi imitare nell’andare in bagno.
Il gioco del vasino inizia con l’acquisto di un vasino divertente, con una forma originale, e in commercio c'è veramente solo l'imbarazzo della scelta. Questo “attrezzo” sarà inizialmente visto con scetticismo dal bambino. Non sa che cosa sia, e può anche avere paura ad usarlo. Qui i genitori devono mettere in atto tutta la tranquillità e la pazienza possibile.
Il bimbo non deve sentirsi obbligato ad usare il vasino se non si vuol incrementare il suo rifiuto nei confronti della novità. Inizialmente non avrà il pannolino, gli incidenti capiteranno, e devono accadere. La sensazione di sentirsi bagnare dalla pipì è nuova per lui. Ne rimarrà stupito. Osserverà con meraviglia il laghetto appena creato sul pavimento. La mamma, o il papà non devono sgridarlo ma fargli capire che se sente di nuovo il bisogno di fare un laghetto deve provare a sedersi sul suo nuovo “amico”. Inoltre è utile lasciarlo bagnato per qualche minuto proprio per fargli capire che il disagio del sentirsi umido è sgradevole.
L’imitazione è fondamentale. La mamma si siederà sul wc e farà vedere al piccolo che è lì che si fa la pipì.
I genitori possono provare a riempire il vasino con l’acqua mostrando al bambino che quell’ attrezzo con il foro non è un cappello ma un contenitore di pipì.
In alcuni casi è consigliato comperare una bambola con apposita valvolina di scarico. Appena inizia il getto posizionarla sul vasino e far vedere al piccolo che la bambola è stata brava ad usarlo correttamente.
Se il bimbo adora imitare i genitori potete provare a comprare il riduttore del wc con apposito rialzino per raggiungerlo. Molte mamme affermano che in questa maniera i bimbi hanno imparato velocemente a utilizzarlo nella maniera corretta semplicemente imitando gli adulti.
Per lo stimolo della cacca si deve pazientare un po’ ma appena pensate che è l’ora della popò o il piccolo stesso avverte il bisogno di evacuare proponetegli il vasino e pazientate vicino a lui. La vostra presenza lo rassicurerà. Se è troppo concentrato e proprio non riesce a produrre niente dategli un gioco da manipolare in modo che questo lo possa rilassare completamente.
Appena produce qualcosa lodatelo, battete le mani, ditegli che è stato bravissimo; questo rinforzo positivo lo farà sentire fiero e vorrà essere lodato anche le volte successive. Appena vedete che ha preso dimestichezza con il vasetto comprategli un regalo e dateglielo come premio per “essere diventato grande”.
Per i sonnellini pomeridiani e il controllo degli sfinteri la notte continuate ad usare il pannolino. Quando vedete che rimane asciutto provate a toglierlo non prima però di aver messo un bel telo impermeabile sul materasso, la prudenza non è mai troppa!
Presto il vostro bambino sarà indipendente nelle sue funzioni primarie e voi ne sarete fiere ed entusiaste. Le prime conquiste sono emozionanti. Vedrete negli occhi del vostro piccolo tutta la soddisfazione di questo mondo quando lo loderete per essere diventato grande.
Detto così sembra facile. Ma non lo è affatto. Ogni tappa dello sviluppo dell’indipendenza del bambino è un traguardo sofferto. Lo è per il bimbo, e lo è altrettanto per i genitori che devono essere pazienti e fare un pò gli "psicologi".
I genitori devono capire quando è giunto il momento di fare questo grande passo. Il bambino di solito a questa età inizia a manifestare atteggiamenti di imitazione e voglia di indipendenza. Se riesce ad eseguire semplici comandi, cammina con disinvoltura scendendo e salendo le scale può affrontare agevolmente anche questa novità perché la sua coordinazione motoria, e il suo stato emotivo sono pronti. Ecco che è possibile farsi imitare nell’andare in bagno.
Il gioco del vasino inizia con l’acquisto di un vasino divertente, con una forma originale, e in commercio c'è veramente solo l'imbarazzo della scelta. Questo “attrezzo” sarà inizialmente visto con scetticismo dal bambino. Non sa che cosa sia, e può anche avere paura ad usarlo. Qui i genitori devono mettere in atto tutta la tranquillità e la pazienza possibile.
Il bimbo non deve sentirsi obbligato ad usare il vasino se non si vuol incrementare il suo rifiuto nei confronti della novità. Inizialmente non avrà il pannolino, gli incidenti capiteranno, e devono accadere. La sensazione di sentirsi bagnare dalla pipì è nuova per lui. Ne rimarrà stupito. Osserverà con meraviglia il laghetto appena creato sul pavimento. La mamma, o il papà non devono sgridarlo ma fargli capire che se sente di nuovo il bisogno di fare un laghetto deve provare a sedersi sul suo nuovo “amico”. Inoltre è utile lasciarlo bagnato per qualche minuto proprio per fargli capire che il disagio del sentirsi umido è sgradevole.
L’imitazione è fondamentale. La mamma si siederà sul wc e farà vedere al piccolo che è lì che si fa la pipì.
I genitori possono provare a riempire il vasino con l’acqua mostrando al bambino che quell’ attrezzo con il foro non è un cappello ma un contenitore di pipì.
In alcuni casi è consigliato comperare una bambola con apposita valvolina di scarico. Appena inizia il getto posizionarla sul vasino e far vedere al piccolo che la bambola è stata brava ad usarlo correttamente.
Se il bimbo adora imitare i genitori potete provare a comprare il riduttore del wc con apposito rialzino per raggiungerlo. Molte mamme affermano che in questa maniera i bimbi hanno imparato velocemente a utilizzarlo nella maniera corretta semplicemente imitando gli adulti.
Per lo stimolo della cacca si deve pazientare un po’ ma appena pensate che è l’ora della popò o il piccolo stesso avverte il bisogno di evacuare proponetegli il vasino e pazientate vicino a lui. La vostra presenza lo rassicurerà. Se è troppo concentrato e proprio non riesce a produrre niente dategli un gioco da manipolare in modo che questo lo possa rilassare completamente.
Appena produce qualcosa lodatelo, battete le mani, ditegli che è stato bravissimo; questo rinforzo positivo lo farà sentire fiero e vorrà essere lodato anche le volte successive. Appena vedete che ha preso dimestichezza con il vasetto comprategli un regalo e dateglielo come premio per “essere diventato grande”.
Per i sonnellini pomeridiani e il controllo degli sfinteri la notte continuate ad usare il pannolino. Quando vedete che rimane asciutto provate a toglierlo non prima però di aver messo un bel telo impermeabile sul materasso, la prudenza non è mai troppa!
Presto il vostro bambino sarà indipendente nelle sue funzioni primarie e voi ne sarete fiere ed entusiaste. Le prime conquiste sono emozionanti. Vedrete negli occhi del vostro piccolo tutta la soddisfazione di questo mondo quando lo loderete per essere diventato grande.
LETTURE
PER I GENITORI …
Brazelton, T.B. Il
tuo bambino e … il vasino. Raffaello Cortina Editore
Welford, H. Come
aiutare il bambino a usare il vasino. Ed. Red
LETTURE
PER I BAMBINI …
IL LUPETTO E IL SUO
VASINO. MOTTA ED.
A COSA SERVE IL
VASINO. MONDADORI
LA CACCA: STORIA
NATURALE DELL’INNOMINABILE. EDITORIALE SCIENZA
LA PIPI’ DELLA
ZEBRA. ED. CASTORO
LE CACCHE DEL
CONIGLIO. ED. CASTORO
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