mercoledì 17 ottobre 2012


 
LE ABITUDINI DEL BAMBINO

(SONNO, ALIMENTAZIONE, EDUCAZIONE AL VASINO)

 

IL MOMENTO DELL’ ADDORMENTAMENTO …

Ogni bambino ha un suo caratteristico ciclo di sonno leggero e profondo. Questi cicli sono scanditi alla nascita e si sono instaurati in sincronia con i cicli giornalieri della madre durante la gravidanza. Solitamente non sono paralleli ai cicli materni, dato che il feto dorme mentre la madre è in attività e si sveglia quando la madre si distende. Ma il periodo di attività della madre porta a regolare il periodo successivo del bambino. In tal modo il neonato ha già un suo ritmo sonno-veglia. Dopo la nascita l’ambiente esterno tenderà a spingere il bambino a periodi più lunghi di veglia durante il giorno e a cicli sempre più lunghi di sonno durante la notte.

All’età di quattro mesi, o prima, il ritmo del sonno comincia a essere regolato secondo schemi precisi – solitamente con cicli della durata di 3-4 ore. A metà di ogni ciclo esiste un periodo, della durata di circa 1ora e mezza, di sonno profondo in cui il bambino si muove molto poco e difficilmente si sveglia, qualunque sia lo stimolo utilizzato per riuscirci. Prima e dopo questo periodo c’è un’ora di sonno più leggero, popolato di sogni, con un’attività alternante. Alla fine di ogni ciclo di quattro ore, il bambino giunge a uno stato di semiveglia in cui è molto vicino allo stato di coscienza e si sveglia facilmente. A questo punto, ogni bambino ha un proprio comportamento abituale – può succhiarsi il pollice, piangere, cullarsi da solo, oppure battere ritmicamente la testa. I bambini più grandi possono rigirarsi nel letto, provare nuovi trucchi tipo mettersi in piedi o camminare, oppure agitarsi o parlare da soli.

Tutti questi comportamenti sembrano assolvere al compito di scaricare l’energia accumulata dalle attività della giornata e di ricondurre il bambino al successivo ciclo di sonno. Quando questi intervalli di semicoscienza possono essere gestiti dal bambino, i cicli di sonno si stabilizzano per poi allungarsi fino a che il bambino riesce finalmente a rimanere addormentato per otto e poi dodici ore a notte.

Alcune ricerche hanno dimostrato che il prolungamento di questi cicli dipende da una sorta di condizionamento. Se il neonato vive in un ambiente che consolida ogni periodo di veglia con un qualsiasi intervento da parte dei genitori, tipo una poppata, è improbabile che il bambino prolunghi ciclo cercando di riaddormentarsi. Ma se non riceve risposta, sarà costretto a trovare un proprio modo per scaricare l’attività e consolarsi da solo, scivolando nel ciclo successi

 

Linee guida

*     Assicurarsi che entrambi i genitori concordano sul programma. Se i genitori sono in disaccordo, il bambino percepirà l’ambivalenza

*     Osservare la giornata del bambino. Dorme troppo e/o troppo tardi nel pomeriggio? Per i bambini di età superiore a un anno, il riposino pomeridiano dovrebbe iniziare presto (intorno all’una) e durare solo una o due ore al massimo. Se il bambino ha più di due anni, il riposino pomeridiano potrebbe essere sospeso completamente. Eventuali riposi o sonnellini dopo le tre del pomeriggio interromperanno certamente il ciclo di attività e diminuiranno la necessità di sonno continuo e profondo durante la notte.

*     Assicurarsi di aver istituito una routine rilassante e affettuoso per l’ora della nanna. Se il bambino è abbastanza grande, parlargli in questi momenti delle misure che si intendono adottare per aiutarlo a dormire da solo e per tutta la notte. I momenti di agitazione e di gioco dovrebbero essere seguiti da periodi di rituali rilassanti e tranquilli. Una storia prima di addormentarsi è una splendida abitudine. La televisione invece no!

*     Lasciare che il bambino impari ad addormentarsi quando lo si mette a letto la sera. Evitare di farlo addormentare in braccio o attaccato al seno. Tranquillizzarlo e poi dedicargli del tempo e sedersi al suo fianco per aiutarlo a imparare la sua modalità di addormentamento. Dargli un pupazzo preferito o le sue dita. Accarezzarlo in modo da calmarlo. Se protesta, assicurarlo che può farcela da solo

*     Consolidare l’uso di un oggetto particolare – una copertina, un animale o una bambola – come parte della routine di auto consolazione

*     Aspettarsi che il bimbo si svegli e pianga ogni tre-quattro ore: alle 10:00, alle 2:00 e alle 6:00. Rispondere ai suoi risvegli con interventi che siano il meno stimolanti possibile. Se in precedenza si è preso il bambino in braccio per cullarlo, è meglio non farlo più, ma calmarlo e accarezzarlo lasciandolo nel letto. Restare accanto al lettino e dirgli che può imparare a rimettersi a dormire da solo.

*     Dopo un periodo in cui si va a trovarlo tutte le volte che chiama, cominciare a rimanere fuori dalla camera e chiamarlo. Fargli sentire la presenza e dirgli che gli si vuole bene e ricordargli del suo oggetto preferito. E’ stupefacente come un bambino possa incominciare ad accettare una voce al posto di una presenza.

*     Infine, lasciargli provare tutte le sue risorse. Aspettare almeno 15 minuti prima di andare da lui per la prima volta o per le volte successive.

LETTURE PER I GENITORI …

*     Bettelheim. B. un genitore quasi perfetto, Feltrinelli, Milano

*     Brazelton. Th. Il tuo bambino e …il sonno. Raffaello Cortina Editore

*     Oliviero Ferraris. A. Sarò padre. Giunti, Firenze

*     Vegetti Finzi. S., Battistin A.M. a piccoli passi. La psicologia dei bambini dall’attesa ai cinque anni. Mondadori

*     Emozioni in favola. Ed. Red

 

LETTURE PER I BAMBINI …

*     Topo Tip e la nanna

*     Il libro delle ninnananne. Ed. Paoline

*     Orsetto bruno ha paura del buio. Edizioni Arca, Milano

*     Brutti sogni in ripostiglio. Edizioni El., Trieste

*     Nel paese dei mostri selvaggi. Ed. Babalibri, Milano

*     Che paura!. Ed. Giunti Junior, Firenze

*     Buonanotte cuoricino. Ed. Fabbri, Milano
 
Il lupo nella mia camera. Ed. Gallucci
 

 

 

I PUNTI SALIENTI DELL’ ALIMENTAZIONE …

 

Nutrire il proprio figlio è una missione sacra per un genitore. Questo nuovo ruolo potrebbe cominciare a sembrare una sfida ancor prima che il bambino sia venuto alla luce.

Ecco alcuni consigli

*     Fate in modo che per la famiglia i pasti siano un momento consacrato allo stare insieme

*     Quando il bambino non ha più voglia di stare seduto a tavola, non insistete

*     Trasformate i pasti in un momento divertente da passare insieme. Cercate di essere dei compagni di pasto per vostro figlio: mangiate la vostra pietanza mentre lui mangia la sua

*     Non lasciate che vostro figlio guardi la televisione durante i pasti né promettetegli un dolce speciale per convincerlo a stare seduto e a mangiare

*     Ricordate di lasciare che il bambino mangi autonomamente.

*     Coinvolgete il bambino nella preparazione dei pasti

*     COSA PIU’ IMPORTANTE: non presentare i pasti al bambino come una lotta o il seggiolone come una prigione nella quale sarà costretto a rimanere finché non avrà finito di mangiare

 

Per un bambino nutrirsi significa sia soddisfare un bisogno fisiologico, sia affrontare un momento ricco di valenze psicologiche e relazionali. L’impatto dei primi anni di sviluppo ha ovviamente moltissime ripercussioni sul benessere mentale in età adulta. È necessario dunque permettere al tuo bambino di vivere l’alimentazione come un momento sereno e sicuro, senza traumi o forzature, in particolare quel momento cruciale per il bambino e la mamma che è lo svezzamento, in cui nasce il vero e proprio rapporto con il cibo.

 

 

 

 

GLI INTERROGATIVI PIU’ COMUNI …

IL MIO BAMBINO E’ COSì LENTO QUANDO SI TRATTA DI MANGIARE…

Dategli il tempo di cui ha bisogno. Pianificate di fare qualcos’altro per distrarvi. Se necessario, ponete un limite di tempo e mettete giù il bambino una volta che è stato superato il limite.

 

MIA FIGLIA NON VUOLE MANGIARE CIBI DI COLORE VERDE, POI LA SETTIMANA SUCCESSIVA QUELLI DI COLORE GIALLO…. DEVO PREOCCUPARMI?

No. La bambina sta mettendo alla prova la sua capacità di compiere delle scelte. Probabilmente alla bambina piace di avere il controllo su di voi. Presentate una scelta limitata di cibi salutari a ogni pasto e a ogni spuntino che comprenda alcuni alimenti che è più probabile che mangi. Lasciando la scelta alla bambina. Se non sceglie nulla dite “ che probabilmente le piaceranno più i cibi che si prepareranno domani”.

 

IL CONTRIBUTO DEL PADRE ALL’ALIMENTAZIONE DEL BAMBINO …

 

*     Durante i pasti il padre è più incline a giocare e a scherzare con il bambino

*     Può darsi che il padre tenga il cucchiaio  e porga i cibi solidi in modo diverso, facendo abituare il bambino a due diversi modi di accettare e ingerire gli alimenti

*     Il padre potrebbe essere meno preoccupato di quanto mangia il bambino. E ciò può contribuire a ridurre la pressione all’ora dei pasti

*     Quando il bambino è a tavola con la famiglia, il padre può coinvolgerlo in conversazioni giocose e catturarne l’interesse con nuovi argomenti “Sai cosa mangiano le tigri?”

*     Il bambino che riesce a coinvolgere il padre all’ora dei pasti vedrà migliorare l’immagine di sé: “Sono importante per mio padre, quindi sono importante!”

*     IL PADRE DOVREBBE PARTECIPARE ATTIVAMENTE NELL’ALIMENTAZIONE DEL PROPRIO FIGLIO, CONDIVIDENDO LE RESPONSABILITA’ DELL’ALIMENTAZIONE CON LA MAMMA.

 

LETTURE PER I GENITORI…

*     BRAZELTON, T.B. IL TUO BAMBINO E … IL CIBO. RAFFAELLO CORTINA EDITORE

*     HAGELDIAN, G. CHE PAPPA DOTTORE? FELTRINELLI

*     HOGG, T. IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI NEONATI. MONDADORI

 

LETTURE PER I BIMBI…

*     TOPO TIP NON VUOLE MANGIARE. DAMI EDITORE

*     MANGIAMO LA PAPPA?. MONDADORI

*     PAPPE DA FAVOLA. SPERLING E KUPFER

*     LE MILLE E UNA PAPPA. HOEPLI ED.

*     OH NO ANCORA VERDURE. IL CASTORO EDITORE

 

 

EDUCAZIONE AL VASINO…

 

L’educazione al “vasino” in passato iniziava molto presto, coincideva solitamente con “i primi passi” (più o meno attorno ai 12 mesi), a volte anche prima.

Oggi invece si tende a rinviarne l’inizio tra i 18 mesi e i due anni, periodo in cui il bambino è in grado di esercitare il controllo sugli sfinteri.

I ritmi di questa complessa maturazione non sono uguali per tutti i bambini: c’è chi è precoce e chi è tardivo. Gli studiosi hanno comunque rilevato che in genere il bambino è pronto tra i 20 mesi e i 3 anni.

Le femmine, poi, sono più precoci dei maschi, che di solito raggiungono l’ autonomia sei-otto mesi dopo. Questo avviene perché i maschi hanno uno sviluppo neurologico più lento.

Il compito dei genitori sarà quindi delicato: dovranno essere attenti a captare i primi segnali di maturità e agire di conseguenza.

Un utile suggerimento al riguardo può essere quello di regalare al bambino un vasino, da usare come giocattolo, quando raggiunge l’anno e mezzo di età. L’obiettivo è che scopra da solo a cosa serve questo gioco. In questo modo i genitori non forzeranno il piccolo ad usare il vasino prima del tempo e, allo stesso tempo, non aspetteranno troppo.

E’ molto importante che, in questa delicata fase di transizione, i genitori non si dimostrino troppo esigenti perché si rischia di far scattare nel piccolo l’impulso a “trattenere” per contrastare i genitori e sottrarsi al loro completo controllo. Lo stesso vale se il bambino viene rimproverato in caso di stitichezza e, di conseguenza, incitato a sforzarsi controvoglia effettuando un controllo rigido su tempi ed orari.

Sostanzialmente in questo momento di passaggio verso l’autonomia, il messaggio che i genitori devono trasmettere al piccolo non è tanto “Ormai sei grande, devi saper fare anche questo” quanto piuttosto “Sei bravo, puoi fare anche questo”.

Se è vero che il passaggio al vasino segna una tappa nello sviluppo verso la sua indipendenza, ricordiamoci che il bambino ha ancora bisogno di sentirsi il “piccolo” di mamma e papà.

Il bimbo sta crescendo, ha raggiunto diciotto mesi e il controllo sfinterico ha iniziato a manifestarsi, in pratica inizia a controllare la pupù; è giunto il momento di “provare” a togliere il pannolino proponendo un bel gioco: il gioco del vasino.

Detto così sembra facile. Ma non lo è affatto. Ogni tappa dello sviluppo dell’indipendenza del bambino è un traguardo sofferto. Lo è per il bimbo, e lo è altrettanto per i genitori che devono essere pazienti e fare un pò gli "psicologi".

I genitori devono capire quando è giunto il momento di fare questo grande passo. Il bambino di solito a questa età inizia a manifestare atteggiamenti di imitazione e voglia di indipendenza. Se riesce ad eseguire semplici comandi, cammina con disinvoltura scendendo e salendo le scale può affrontare agevolmente anche questa novità perché la sua coordinazione motoria, e il suo stato emotivo sono pronti. Ecco che è possibile farsi imitare nell’andare in bagno.

Il gioco del vasino inizia con l’acquisto di un vasino divertente, con una forma originale, e in commercio c'è veramente solo l'imbarazzo della scelta. Questo “attrezzo” sarà inizialmente visto con scetticismo dal bambino. Non sa che cosa sia, e può anche avere paura ad usarlo. Qui i genitori devono mettere in atto tutta la tranquillità e la pazienza possibile.

Il bimbo non deve sentirsi obbligato ad usare il vasino se non si vuol incrementare il suo rifiuto nei confronti della novità. Inizialmente non avrà il pannolino, gli incidenti capiteranno, e devono accadere. La sensazione di sentirsi bagnare dalla pipì è nuova per lui. Ne rimarrà stupito. Osserverà con meraviglia il laghetto appena creato sul pavimento. La mamma, o il papà non devono sgridarlo ma fargli capire che se sente di nuovo il bisogno di fare un laghetto deve provare a sedersi sul suo nuovo “amico”. Inoltre è utile lasciarlo bagnato per qualche minuto proprio per fargli capire che il disagio del sentirsi umido è sgradevole.

L’imitazione è fondamentale. La mamma si siederà sul wc e farà vedere al piccolo che è lì che si fa la pipì.

I genitori possono provare a riempire il vasino con l’acqua mostrando al bambino che quell’ attrezzo con il foro non è un cappello ma un contenitore di pipì.


In alcuni casi è consigliato comperare una bambola con apposita valvolina di scarico. Appena inizia il getto posizionarla sul vasino e far vedere al piccolo che la bambola è stata brava ad usarlo correttamente.

Se il bimbo adora imitare i genitori potete provare a comprare il riduttore del wc con apposito rialzino per raggiungerlo. Molte mamme affermano che in questa maniera i bimbi hanno imparato velocemente a utilizzarlo nella maniera corretta semplicemente imitando gli adulti.

Per lo stimolo della cacca si deve pazientare un po’ ma appena pensate che è l’ora della popò o il piccolo stesso avverte il bisogno di evacuare proponetegli il vasino e pazientate vicino a lui. La vostra presenza lo rassicurerà. Se è troppo concentrato e proprio non riesce a produrre niente dategli un gioco da manipolare in modo che questo lo possa rilassare completamente.

Appena produce qualcosa lodatelo, battete le mani, ditegli che è stato bravissimo; questo rinforzo positivo lo farà sentire fiero e vorrà essere lodato anche le volte successive. Appena vedete che ha preso dimestichezza con il vasetto comprategli un regalo e dateglielo come premio per “essere diventato grande”.

Per i sonnellini pomeridiani e il controllo degli sfinteri la notte continuate ad usare il pannolino. Quando vedete che rimane asciutto provate a toglierlo non prima però di aver messo un bel telo impermeabile sul materasso, la prudenza non è mai troppa!

Presto il vostro bambino sarà indipendente nelle sue funzioni primarie e voi ne sarete fiere ed entusiaste. Le prime conquiste sono emozionanti. Vedrete negli occhi del vostro piccolo tutta la soddisfazione di questo mondo quando lo loderete per essere diventato grande.

 

LETTURE PER I GENITORI …

*     Brazelton, T.B. Il tuo bambino e … il vasino. Raffaello Cortina Editore

*     Welford, H. Come aiutare il bambino a usare il vasino. Ed. Red

 

LETTURE PER I BAMBINI …

*     IL LUPETTO E IL SUO VASINO. MOTTA ED.

*     A COSA SERVE IL VASINO. MONDADORI

*     LA CACCA: STORIA NATURALE DELL’INNOMINABILE. EDITORIALE SCIENZA

*     LA PIPI’ DELLA ZEBRA. ED. CASTORO

*     LE CACCHE DEL CONIGLIO. ED. CASTORO

Nessun commento:

Posta un commento